Naked Spirit

L’idea di questo progetto fotografico prende forma nel 2014; sento in quel periodo, sempre più forte l’esigenza di esprimere il gioco della luce sulla forma dei corpi di donna, la nudità che tanti artisti ha ispirato, l’esigenza di indagare in questo immenso caleidoscopio di forme che la natura disegna nella sinuosità della materia dei corpi. Inizio subito a fotografare cercando di evidenziare tutto ciò che in questo mondo viene considerato difetto, cioè, senza paura, mostro la texture della pelle, rughe, linee, forme e tutto ciò che il tempo scrive sul corpo. In questa ricerca utilizzo forti contrasti di luce, intendo porre in evidenza il buio profondo e attraverso passaggi tonali in alcuni casi netti ed in altri più dolci, si giunge alla luce che crea linee e paesaggi. In quel buio profondo dove si perde il dettaglio dove tutto è impalpabile, si ha il senso del vuoto, l’occhio cerca di carpire e si perde nell’immenso dell’incomprensibile, si spinge ancora a cercare, ma non vedendo dettagli è proteso a trovare, si sposta e si muove verso la realtà del visibile, verso ciò che mette al sicuro e trova un’anca, un seno, una mano, un’imperfezione che conferma, che fa rinvenire luoghi conosciuti. A tale scopo scelgo di fotografare donne “normali” piuttosto che le modelle, le quali spesso, per la giovane età, sono assolutamente prive di ciò che cerco. Le differenze di costituzione fisica, le differenze di età, mi consentono di sbizzarrirmi nel cercare di evidenziare particolari, forme, disegni. Nello stesso periodo inizio in parallelo a questo progetto uno viaggio fotografico nel mondo della natura, analizzo in un macro ravvicinatissimo l’infinito mondo delle piante e di strutture inanimate quali pietre e conchiglie. Le piante mi hanno sempre attirato come fotografo fin da ragazzo, avevo l’assoluta certezza nel fotografarle che rappresentassero l’anello di congiunzione perfetto tra tutte le scienze matematiche e ogni forma possibile d’arte. Allora, animato da questo antico desiderio di scoperta, continuo a fotografare la natura che esprime perfettamente “Il Tutto” in un concentrato di perfezione, equilibrio e armonia. Le piante mi insegnano il vero aspetto delle proporzioni, la perfezione della composizione; è tutto lì, scritto nelle linee e nelle forme di una foglia, nelle spirali di una conchiglia, sulla superfice di una corteccia o dentro una frattura di una roccia. Ma arrivato a questo punto riscontro quale sconvolgente analogia si può notare tra i corpi di donna e la natura, quale incredibile, mistica rivelazione determina la vera natura dei fenomeni dove tutto risuona, dove ogni cosa è specchio di ciò che ha attorno. Si manifesta così un nuovo gioco, trovare le analogie, evidenziare ciò che nelle posture delle donne si ritrova negli esseri viventi: come la grana della pelle assomigli alle cellule di una foglia fotografata in controluce o quanto le  pieghe di una corteccia mostrino una morbida sensualità così come la linea di una smagliatura. Si svela una dualità tra le immagini di corpi e le forme della natura che conferma le mie sensazioni di quando ero bambino: gli esseri viventi, i corpi, la natura, la forma, l’essenza delle cose, ciò che è visibile e ciò che è invisibile, è un susseguirsi di cause ed effetti che si palesano attraverso la mistica legge della Vita.